13 August 2022
Last Updated on 14 August 2022
Published on 13 August 2022
Hits: 6871
«La frase seguente è vera. La frase precedente è falsa.»
Paradosso: in senso logico-linguistico, indica sia un ragionamento che appare invalido ma che deve essere accettato, sia un ragionamento che appare corretto ma che porta a una contraddizione. Secondo Sainsbury, si tratta di «una conclusione apparentemente inaccettabile, che deriva da premesse apparentemente accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente accettabile».
ENTE PARCO NAZIONALE DOLOMITI BELLUNESI
Protocollo Partenza N. 3665/2022 del 09-08-2022
Oggetto: attività di torrentismo in Val Clusa
Facendo seguito alle Vostre richieste di chiarimenti sulla possibilità di percorrere la Val Clusa e di organizzare attività di torrentismo in questa forra che coincide con il confine del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi si evidenzia che […] “qualora si scelgano come confine i corsi d’acqua, strade o sentieri, questi sono da ritenersi esterni all’area protetta”.
Quindi il corso d’acqua della Val Clusa che coincide con il confine del Parco Nazionale è da considerarsi esterno al confine dell’area protetta come il versante in destra orografica mentre il versante in sinistra orografica ricade all’interno del territorio dell’area protetta.
Si ricorda che all’interno del Parco Nazionale l’attività di torrentismo è vietata (riferimento art. 19 delle Norme di Attuazione del Piano per il Parco e art. 30, comma 4 del regolamento del Parco).
Ecco dove siamo arrivati con l’applicazione del regolamento del Parco Nazionali delle Dolomiti Bellunesi, in merito al divieto di pratica del torrentismo all’interno del suo territorio: al paradosso.
Facciamo un passo indietro.
A fine luglio AIC invia, tramite pec, una comunicazione alla Direzione del Parco, lamentando la poca coerenza da parte dell’ente e delle forze dell’ordine nell’applicazione del regolamento che vieta – senza mezzi termini – la pratica del torrentismo. L’obiettivo non è ovviamente quello della lamentela fine a sé stessa né tanto meno quello di sollecitare le sanzioni, quanto piuttosto quello di ricevere dal Parco una risposta inequivocabile a questa domanda:
nella Val Clusa, così come in eventuali altri percorsi lungo il confine del parco, il torrentismo è vietato o è lecito? In altre parole, un percorso lungo il confine del Parco è parte del suo territorio, e quindi ugualmente regolamentato, o no?
La lettera inviata la trovate al link in calce; i toni sono poco concilianti, perché AIC ha impiegato parecchie energie nel tentativo di sbloccare l’interdizione alla pratica del torrentismo. Ci ha lavorato a più riprese a partire dal 2009, ha partecipato alla prima stesura della nuova zonizzazione del territorio che consentiva l’attività del torrentismo in determinate zone, ha sostenuto l’impegno del parco a portare avanti questi strumenti affinché diventassero operativi, ha sempre invitato i propri soci a non frequentare “abusivamente” i percorsi all’interno del parco per non andare contro tutto ciò a cui si stava lavorando, ha preso le difese del Parco anche quando questo, nel 2019, ha improvvisamente e finalmente deciso di sanzionare comportamenti inspiegabilmente tollerati per più di dieci anni.
In tutto questo tempo è rimasta coerente con il lavoro fatto e i propositi condivisi con il Parco.
Ma purtroppo il Parco non ha fatto altrettanto.
Nonostante le tante richieste di incontro e chiarimenti, l’ente ci ha ripetutamente ignorato, arrivando infine ad approvare un nuovo regolamento che contraddice in toto quanto approvato una decina di anni fa e reiterando il divieto totale di svolgere l’attività di torrentismo in tutto il territorio del parco.
Non sappiamo il perché, i chiarimenti non sono mai arrivati; la direzione del Parco ha trascurato la comunicazione anche con chi, come AIC, ha offerto un supporto qualificato e disinteressato in qualità di alleato tecnico e ambientalista, nonché quale associazione più rappresentativa a livello nazionale del mondo canyonistico.
E arriviamo ai giorni recenti e al perché di questa lettera.
Sono dello scorso luglio, infatti, alcuni post che sostengono la non intenzione dei Carabinieri, forza intitolata a punire comportamenti illeciti all’interno del parco, di sanzionare chi intende percorrere la Val Clusa, motivando questa tolleranza sulla base del posizionamento geografico della forra, ossia lungo il confine del Parco.
Questo, in aperta contraddizione con quanto sostenuto a parole dalla direzione dell’ente, almeno fino all’ultimo confronto verbale avuto con AIC.
E sia, nessuna recriminazione, ma la richiesta di spiegazione diventa doverosa e improcrastinabile.
E torniamo quindi alla domanda, chiara e puntuale, che AIC ha fatto alla presidenza del Parco:
si può fare torrentismo nella Val Clusa?
Ed eccoci anche al perché del paradosso citato nell’introduzione di questo articolo:
“un ragionamento che appare corretto ma che porta a una contraddizione”.
Rivediamo in sintesi la risposta che abbiamo ricevuto.
- la Val Clusa coincide con il confine del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
- qualora si scelgano come confine i corsi d’acqua, questi sono da ritenersi esterni all’area protetta
- il versante in destra orografica della Val Clusa è da considerarsi esterno al confine dell’area protetta
- il versante in sinistra orografica della Val Clusa ricade all’interno del territorio dell’area protetta
- Si ricorda che all’interno del Parco Nazionale l’attività di torrentismo è vietata
Non troverete mai una risposta in questo paradosso.
A meno di volerne trovare una di comodo, certo, in maniera speculativa o opportunistica, come in tanti hanno già fatto e condiviso in questi giorni. C’è ovviamente chi si è fermato all’asserzione che il confine non rientra nell’area protetta, chi sostiene che i versanti del greto non siano parte del torrente, chi pensa di poter utilizzare solo gli armi in riva destra.
Ma in questa risposta, in realtà, c’è tutta l’incoerenza e l’incapacità della direzione del Parco di assumersi, ad oggi, l’onere di un regolamento discriminatorio e immotivato, di farsi carico della responsabilità delle conseguenze di quanto l’ente stesso ha stabilito e di prendere in merito una posizione chiara, a beneficio di tutti.
È una non-risposta che lascia aperto il problema e dà campo all’interpretazione, con una modalità cerchiobottista che non si sposa per nulla con chi lavora, come AIC, motivato dalla passione.
Quindi?
Quindi è inutile cercare altre risposte.
Quindi da oggi, anche per AIC la Val Clusa è territorio per i torrentisti, senza più remore che peraltro sono sempre state solo nostre.
Quindi ancora, non sarà più priorità di AIC quella di sollecitare i propri soci ad attenersi al regolamento del Parco, come ha invece fatto fino ad oggi.
Semplicemente prende atto della situazione; vince la burocrazia contro i buoni propositi, vince la politica contro la competenza, vince l’opportunismo contro la coerenza.
Sicuramente non sarà tutto di facile comprensione per chi non abbia seguito, negli anni, l’atteggiamento propositivo e rispettoso di AIC sulla questione, ma crediamo che sia bene esposto nella lettera inviata al Parco.
Purtroppo non c’è nulla di cui rallegrarsi in questa vittoria di Pirro: avere la possibilità di percorrere un gioiello come la Val Clusa grazie all’interpretazione di un’area grigia dello strumento normativo non è e non sarà mai uguale a poterlo fare perché giustamente riconosciuto e concesso da un regolamento equo.
Per rimostranze in tal senso, pregasi scrivere a Ente Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Ad maiora,
Monica Boraso
Presidente Associazione Italiana Canyoning
Luca Dallari
Past President Associazione Italiana Canyoning
clicca qui per leggere la mail inviata da AIC al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi
""""""""""
Category: Notizie