Allestimento a valle: differenze tra le versioni

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== Premessa==
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==Premessa==
   
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Tra le soluzioni sino ad ora prospettate, è probabilmente la più complessa da realizzarsi. D’altronde, si rende necessario l’uso di questa tecnica quando si ha l’esigenza di spostare il più in alto possibile la corda portante, per evitare, ad esempio, sfregamenti della corda contro la roccia. Oppure, per fare in modo che, in seguito alla flessione della corda portante causata dal peso, colui che scende non vada a sbattere contro spuntoni o altro.
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Compito del primo che scende è quello di tensionare la corda portante della teleferica, individuando l’ancoraggio idoneo.  
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Avere la fortuna di trovare due punti di ancoraggio già predisposti a valle per realizzare una teleferica, significa trovarsi in una forra molto frequentata, probabilmente attrezzata secondo le linee guida [http://www.aic-canyoning.it/index.php?option=com_content&view=article&id=44&Itemid=164 ProCanyon] oppure percorsa precedentemente dalle squadre di soccorso del CNSAS, che hanno provveduto ad attrezzarla per le esigenze dell’intervento.
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Il più delle volte, se ci sono ancoraggi già predisposti, si limitano alla presenza di fix sulla parete di fronte alla calata; normalmente, solo chi conosce bene la forra sa dove questi si trovino e spesso è comunque necessario aguzzare la vista per individuarli. Ecco un altro valido motivo per avere sempre nella sacca d’armo delle piastrine con foro da 10 mm e dei dadi di scorta per i fix.
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Una valida alternativa è data dalla possibilità di utilizzare armi naturali, quali grossi alberi o massi, a condizione che siano posti sulla linea teorica ottimale della teleferica e che siano ben solidi, in grado di sopportare la tensione esercitata dalla portante.
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Ma se nessuna delle condizioni precedenti è realizzabile, si può fare un ancoraggio umano, sfruttando il primo che è sceso portandosi dietro la corda. Tra l’altro, questa è una tecnica che permette una velocissima esecuzione, adatta quindi in quelle situazioni nelle quali è necessaria una certa velocità nella progressione e fattibile nella maggior parte delle situazioni.
  
  
 
==Obiettivo==
 
==Obiettivo==
  
Allestire un sistema d’ancoraggio a valle, tensionando la corda con un sistema a contrappeso.
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Tensionare a valle la corda portante della teleferica, da parte del primo che scende.
  
  
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*La corda portante della teleferica
 
*La corda portante della teleferica
*Uno spezzone di corda intera o una fettuccia per collegare i due ancoraggi
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*Uno spezzone di corda intera o una fettuccia (o il capo terminale della corda di calata)
*Due moschettoni per l’ancoraggio
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*Due moschettoni con ghiera per collegare gli eventuali due punti di ancoraggio
*Un moschettone con ghiera
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*Due moschettoni con ghiera, dei quali almeno uno HMS
*Una carrucola
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*Un bloccante meccanico, o un cordino di kevlar per realizzare un nodo autobloccante
*Due bloccanti meccanici, o due cordini in kevlar per realizzare i nodi autobloccanti, per il contrappeso
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*Una staffa-pedale
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*Materiale per realizzare un eventuale ancoraggio nella roccia (Spit Roc o Fix o Multimonti, placchette)
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==Tecnica d’esecuzione==
 
==Tecnica d’esecuzione==
  
*Dopo essersi accordato con l’attrezzista, che assicura dall’alto, sui segnali da utilizzare, il primo potrà iniziare a calarsi
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*Dopo essersi accordato con il compagno che gestisce la teleferica dall’alto sui segnali da utilizzare, il primo potrà iniziare a calarsi
*Avrà cura di regolare la lunghezza della corda non a filo d’acqua, ma, con l’usuale sistema di fischi, farà in modo di arrivare nella pozza di ricezione con circa 3 metri di corda in uscita dal discensore
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*Avrà cura di regolare la lunghezza della corda non a misura, ma, con l’usuale sistema di fischi, farà in modo di arrivare nella pozza di ricezione con circa 3 metri di corda in uscita dal discensore
*Appena giunto in acqua, segnala con i tre fischi convenzionali (“li-be-ro”) il suo arrivo; attenzione: in questo caso, il segnale indica, all’attrezzista di liberare la corda dall’otto a battuta e di filarla rapidamente fuori dal kit-boule, per dare la possibilità al primo di portarsi velocemente fuori dalla vasca
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*Appena giunto in acqua, segnala con i [[Segnali acustici|tre fischi convenzionali]] (“li-be-ro”) il suo arrivo; attenzione: in questo caso, il segnale indica all’attrezzista, che manovra in alto, di di liberare la corda dall’otto a battuta e di filarla rapidamente fuori dal kit-boule, per dare la possibilità al primo di portarsi velocemente fuori dalla vasca, portandosi dietro la corda
*Uscito dalla vasca e portatosi in posizione sicura nel punto in cui allestirà l’ancoraggio a valle, recupera tutta la corda; a monte, la corda si bloccherà nel momento in cui il nodo tampone, precedentemente preparato, andrà a battuta sull’anello dell’ancoraggio
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*Uscito dalla vasca e portatosi in una posizione sicura nel punto in cui allestirà l’ancoraggio a valle, recupera tutta la corda; a monte, la corda si bloccherà nel momento in cui il nodo tampone, precedentemente preparato, andrà a battuta sull’anello dell’ancoraggio
*Se non vi sono già, il primo che è sceso predispone nella roccia due punti di ancoraggio; i fori devono essere fatti il più in alto possibile e nella posizione idonea ad allestire la teleferica
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*Predispone quindi l’ancoraggio per tensionare la corda, agganciandovi nell’asola formata un moschettone HMS
*Dopo avere montato le due placchette, vi aggancia due moschettoni, o due maglie rapide
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*Con la corda usata per calarsi, realizza su questo moschettone HMS un nodo mezzobarcaiolo, orientato in posizione di recupero, verificando di aver chiuso la ghiera
*Sui due moschettoni, si aggancia la fettuccia o lo spezzone di corda, dopo averne realizzato un anello chiuso, per realizzare un ancoraggio semimobile e quindi vi si aggancia un moschettone con ghiera
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*Sulla corda da tensionare costruisce con un cordino in kevlar un nodo autobloccante machard oppure vi fissa un bloccante meccanico:
*Si fa passare nel moschettone la corda usata per calarsi, possibilmente interponendovi una carrucola, per consentire un più facile scorrimento durante l’esecuzione del contrappeso
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*Agganciando al bloccante un moschettone, ripassa la corda che esce dal nodo mezzobarcaiolo, costruendo così un paranco semplice e spinge il bloccante più in alto possibile
*A questo punto, tutto è pronto per iniziare a contrappesare la corda; il primo aggancia quindi alla corda il bloccante ventrale e quello mobile (maniglia), al quale si assicura con la longe lunga, completo di staffa-pedale
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*A questo punto, tira la corda allo spasimo, per tensionarla e convertendone così la funzione da corda di calata a corda portante per la teleferica
*Non resta che iniziare a tensionare la corda, risalendo sulla stessa come già descritto nella [[Risalita su corda singola con bloccanti meccanici|scheda]]  (o nella [[Risalita su corda singola con cordini e mezzi di fortuna|scheda]] se si usano i cordini)
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*Una volta raggiunta la tensione necessaria, blocca il nodo mezzobarcaiolo con un’asola e con la relativa controasola di sicurezza; attenzione: è fondamentale, prima di bloccare il nodo mezzobarcaiolo, che questo venga ribaltato portandolo in posizione di “calata” (tensionandolo era invece in posizione di “recupero”)
*Per effetto del contrappeso, la persona rimane praticamente ferma, mentre la corda scorrerà nei suoi bloccanti, andando a tensionarsi per diventare la portante della teleferica
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*Conclusa l’operazione di tensionamento, smonta il bloccante
*Quando raggiunge la tensione desiderata, il primo effettua un’inversione salita-discesa ([[Inversione discesa – salita|scheda]]) e blocca la corda nel discensore con asola di bloccaggio e controasola di sicurezza
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*Come ultima fase, comunica come concordato il segnale di “li-be-ra”
*Non resta ora che comunicare ai compagni a monte il segnale di “li-be-ra”, come concordato
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*L’assicuratore a monte, ricevuto il segnale di “li-be-ra”, fa scorrere sulla corda portante il kit-boule, agganciato con un moschettone o, meglio, con una carrucola, in modo da filare la corda di calata
*L’attrezzista a monte, ricevuto il segnale di “li-be-ra”, fa scorrere sulla corda portante il kit-boule, agganciato con un moschettone o, meglio, con una carrucola, in modo da filare la corda di calata
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*Il compagno a valle sgancia quindi il kit-boule dalla corda portante e, dopo averne sfilato alcuni metri, collega la corda di calata all’ancoraggio con un nodo di vincolo
*Il primo sgancia quindi il kit-boule dalla corda portante e vincola la corda di calata all’ancoraggio
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*I componenti della squadra possono ora iniziare la discesa, inserendo il discensore nella corda di calata e vincolandosi con le longe, meglio se tramite una carrucola, alla corda portante, come descritto nella [[Discesa su una teleferica|scheda]]
 
*I componenti della squadra possono ora iniziare la discesa, inserendo il discensore nella corda di calata e vincolandosi con le longe, meglio se tramite una carrucola, alla corda portante, come descritto nella [[Discesa su una teleferica|scheda]]
*Il secondo che scende, una volta arrivato a valle, aiuta il primo nell’allestimento del sistema, spostando il kit-boule, ricevendo gli altri sacchi fatti scendere dagli altri compagni o aiutandolo a contrappesare ulteriormente la corda portante.
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*Dopo che è sceso l’ultimo, il primo, che sta ancora contrappesando, potrà sbloccare il suo discensore e scendere
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*La corda portante è così libera e pronta per essere recuperata.
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Allestimento alternativo con ancoraggio umano:
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*Verificata l’assenza di qualsiasi possibile armo naturale o artificiale, il primo recupera alcuni metri di corda e la inserisce nel proprio discensore in configurazione ad otto veloce e bloccandola in posizione dì’attesa
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*Arretra quindi con il proprio corpo per tensionarla, sedendosi in una posizione stabile in modo da offrire la maggiore resistenza possibile alla trazione che sarà esercitata durante la discesa dei compagni, puntando i piedi contro un masso o contro il terreno
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*Come ultima fase, comunica come concordato il segnale di “li-be-ra”
  
  
 
==Osservazioni==
 
==Osservazioni==
  
*In talune situazioni, alquanto particolari e rare, si possono trovare dei comodi armi naturali da utilizzare per fare il contrappeso; importante è valutarne la solidità e la posizione idonea alla linea di calata
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*La corretta costruzione dell’anello di corda attorno all’ancoraggio naturale (albero), prevede che si faccia prima un giro morto con la corda attorno allo stesso, e solo successivamente si chiuda l’anello.
*Per una corretta esecuzione di questa tecnica, è preferibile che il primo a scendere sia il più robusto (e pesante), visto che, quando la corda portante sarà caricata dal compagno che lo seguirà, la tensione esercitata sulla stessa lo solleverà velocemente verso la carrucola sopra la sua testa
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*Per chiudere l’anello di corda attorno ad un ancoraggio naturale si possono usare diversi tipi di nodi; uno dei più indicati per la semplicità nell’esecuzione è il nodo bandiera nel doppino, che ha, tra l’altro, la non trascurabile caratteristica di consentirne un facile sbloccaggio anche dopo essere stato sottoposto a forti carichi
*Se le condizioni lo consentono, si può far scendere il kit-boule con la corda prima di contrappesare la portante, tenendo la corda in tensione solamente con le mani; questo evita che il kit-boule pieno possa andare a sbattere contro il primo che sta contrappesando
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*Se per tensionare la corda si disponesse solamente di un bloccante meccanico statico, tipo croll, basic, maniglia, ecc, si tenga ben presente che questo tipo di bloccanti, a causa dei dentini accuminati usati per ancorarlo alla corda, rischiano di lesionarne la calza.
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*Nell’eventualità che il primo non sia riuscito a tensionare a sufficienza la corda portante, una volta che sia sceso il secondo, potrà ripetere l’operazione facendosi aiutare da questo.
  
  
 
==Pericoli nella realizzazione o utilizzo, possibili errori di esecuzione==
 
==Pericoli nella realizzazione o utilizzo, possibili errori di esecuzione==
  
*Non dimenticarsi di verificare la solidità degli ancoraggi installati
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*Attenzione: per collegare i due punti di ancoraggio non usare una fettuccia in dyneema ultrastretta, larga solo 6 mm.; se in condizioni normali la resistenza alla rottura è pari a 22 kn, questa si riduce vertiginosamente dopo aver eseguito i due nodi necessari per realizzare l’ancoraggio semimobile.
*Durante la fase di risalita per contrappesare la corda, si stia bene attenti a non andare con la maniglia contro la carrucola sovrastante; se ciò dovesse avvenire, sarebbe complicato smontare il bloccante per effettuare l’inversione
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*In forra, è indubbiamente sconsigliato sostituire l’ancoraggio semimobile con uno mobile, vista la non remota possibilità di caduta di pietre che potrebbero tranciare la corda.
*Nel caso in cui chi sta contrappesando sia troppo leggero, vi è la non remota possibilità che, durante la discesa dei compagni, vada a sbattere con il discensore contro la carrucola sovrastante; in questo caso, è sufficiente che il secondo, quando è arrivato a valle, aiuti il primo nel contrappeso.
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*Con ancoraggi naturali, prima di iniziare a tensionare la corda, verificare attentamente che l’anello costruito intorno all’ancoraggio naturale sia ben vincolato e che sia impossibile un’eventuale scivolamento verso l’alto. In particolare, usando come ancoraggi massi, bisogna stare molto attenti che la corda non scavalli. Questo si previene con una perfetto allineamento tra l’asse della corda portante e la linea di carico dell’ancoraggio e mantenendo sempre la trazione nella stessa direzione.

Versione attuale delle 13:04, 15 gen 2013

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