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Venerdì sera, 11 maggio 2012, è scattato l'allarme per un intervento nel Rio Meltina.
Dalle prime informazioni, un gruppo di ragazzi era bloccato sopra l'ultima calata da 76 metri con un problema di corde, al momento senza coinvolgimento di feriti.

Raggiunto con non poche difficoltà il luogo (è in corso l'adunata degli alpini e la città è letteralmente bloccata), abbiamo poi parlato con l'unico di loro che era riuscito a scendere.
In pratica, avevano un'unica corda, dinamica, lunga circa 120 metri, quindi insufficiente per il recupero. Quello che era sceso si è scoperto anche essere l'unico "esperto", parola grossa in quanto aveva all'attivo poche forre. Gli altri 4 rimasti sopra la calata erano alla loro prima uscita (!!!). Da sotto, il caposquadra aveva cercato di far capire agli amici di scendere lo stesso senza porsi il problema del recupero. Ovviamente, non avendo concordato alcun codice, non avendo alcun fischietto (!) e senza un cellulare, la cosa si è dimostrata impossibile.

Nel campo del soccorso la situazione in Alto Adige è particolare: vi è il Cnsas, con alcuni tecnici formati in maniera specifica nel soccorso in forra e ben 2 istruttori (tra l'altro anche istruttori della SNC) e l'omologa associazione provinciale di lingua tedesca, denominata Bergrettungsdienst (BRD), con una formazione nettamente inferiore alla nostra nel settore canyoning. Il loro responsabile, giunto per primo e quindi con il compito di coordinatore, aveva optato per raggiungere i ragazzi da un vecchio sentiero di servizio, senza ascoltare quanto dicevo io, cioè che il sentiero non esisteva più, in quanto crollato a seguito di diverse frane. Da parte mia, ritenevo più produttivo entrare direttamente nella forra a monte, per raggiungerli con una normale progressione. Dopo che i colleghi del BRD hanno capito che non si passava dal sentiero, siamo finalmente entrati in due, io con uno del BRD, calandoci con una doppia di 60 metri da un affluente, grazie al quale siamo arrivati al di sopra della calata da 50 m che precede un paio di calatine prima della grande cascata finale. Raggiunti i 4 ragazzi, abbiamo scoperto che erano veramente dei principianti, anche se devo dire che per fortuna non sono scesi, ma hanno aspettato i soccorsi. La loro corda, oltre a non essere affidabile e bloccata sull'ancoraggio senza possibilità di sbloccarla, si era completamente attorcigliata e riempita di nodi, con la conseguenza che il primo che sarebbe sceso, al buio, sarebbe rimasto bloccato sulla corda con buone probabilità di annegare sotto il getto o di incorrere in una sindrome da imbrago.

Ho così attrezzato la calatona finale, con una sosta intermedia a 16 metri dalla partenza e fatto scendere ad uno ad uno i 4 ragazzi.
Grazie ai vigili del fuoco volontari (la cui scuola provinciale è posta proprio all'uscita del Rio Meltina), la parete è stata illuminata a giorno dalle loro potenti fotoelettriche.
Tutto è bene quel che finisce bene, anche se il tutto è finito alle 1 e 1/2 di notte.

Lezione per il futuro:
Leggere bene la relazione (che hanno preso dalla sezione ProCanyon del nostro sito.
Avere le corde della lunghezza giusta e avere sempre dietro una corda di emergenza.
Fare in modo di non avventurarsi in una forra impegnativa senza essere almeno in due con esperienza.
Usare i fischietti!
Avere dietro i cellulari, sia per comunicare sia per chiedere soccorso.
Non entrare nel pomeriggio inoltrato.
Avere sempre le frontali elettriche.
Avere sempre da bere e qualcosa da mangiare.
Basta? Beh, basta bene, direi.

Ciao
Erwin
Category: incidenti in forra

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