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Reduce dal primo corso di acqua viva, organizzato dalla Scuola Nazionale Canyoning (SNC) in collaborazione con gli istruttori del Centro Rafting le Marmore (riconosciuti dalla più grande organizzazione al mondo per la sicurezza e il salvamento fluviale la Rescue 3 International), il sottoscritto vi racconta com'è andata.

 

Ripensando ai due giorni passati sul Nera e a quello che ho imparato mi sento di dare un giudizio positivo dell'esperianza.
Certo è stata una cosa un po' diversa da quello che mi aspettavo ma non per questo meno istruttiva e costruttiva.

La mattina presto, appena arrivati sul posto, mentre ci si scambiavano saluti e ci si raccontavano un po' i fatti della vita mi sono avvicinato al fiume, il Nera e guardando un po' il campo di gioco, che dopo poco sarebbe stato tutto per noi, mi sono sentito un po' stringere lo stomaco: un percorso per canoe!

La giornata inizia con un paio d'ore di lezione teorica sul comportamento dell'acqua nei fiumi e le nomenclature corrette delle forze in gioco, il tutto spiegato con precisione e simpatia dall'istruttore del centro rafting Umberto Galli e coadiuvato da Francesco Berti, istruttore di SNC, che in precedenza è stato allievo di un corso numero zero realizzato appositamente per gli istruttori di SNC.
Nuoto aggressivo, nuoto difensivo, angolo di traghetto rispetto alla corrente, treno d'onde,  morta, colino, cuscino... caspita sembrava tutto chiaro ma ora che si va in acqua non ricordo bene quando utilizzare un tipo di nuoto o l'altro.

 Prima di indossare le mute ed entrare in acqua in realtà abbiamo ancora una lezione teorico-pratica sulle corde da lancio.
Umberto e Francesco ci spiegano e dimostrano come e perché si utilizzano questo tipo di corde e ci mostrano la versione realizzata appositamente per il torrentismo da Alp Design, in collaborazione con SNC e Vertigini Sport.
Le caratteristiche della nuova corda da lancio SNC - Alp Design le trovate qui.
Lanciare corretamente la corda già in condizioni di staticità fuori dall'acqua non è facile e mi figuro già come saremo bravi sul fiume.

Finalmente si entra in acqua, un semplice esercizio: tuffo a raso d'acqua, nuoto aggressivo per raggiungere il centro della corrente, posizione difensiva per affrontare il treno d'onde, di nuovo nuoto aggressivo per entrare in morta.
Semplice come bere un bicchier d'acqua! Umberto ci fa vedere la manovra e sembra semplice, entro in acqua, nuoto e sono al centro della corrente, posizione di nuoto difensivo e sono nel treno d'onda e il bicchiere d'acqua si comincia a bere.
Difficile, almeno per me, sincronizzare la respirazione con le onde che ti vengono incontro.

Non sto a raccontarvi tutti gli esercizi effettuati, altrimenti mica ci andate ad un corso di acqua viva, ma vi dico che la difficoltò crescente delle prove da affrontare rende il tutto "abbastanza semplice" (e lo metto tra virgolette) anche per uno poco acquatico come me.
Il secondo giorno già si entrava in acqua con un sorriso invece che con l'espressione seria e preoccupata del primo giorno.

Ora che abbiamo capito come si entra in una morta i nostri due allegri istruttori ci portano ad affrontare un buco e ci spiegano come se ne esce... Siamo tutti a guardare Umberto che dimostra l'esercizio e non sembra per niente facile, siamo di nuovo con l'espressione perplessa del primo giorno.
Umberto ci guarda visto che io e altri siamo poco convinti ci spiega che la tattica giusta è questa: "Ci devi credere, lo fai perché sai che si può fare".

Su Youtube ho caricato un video (così com'è uscito dalla fotocamera) per darvi un'idea del concetto di crederci, lo trovate cliccando qui.

Altri esercizi poi ci aspettavano lungo le acque del Nera ma non posso raccontarvi tutto altrimenti vi tolgo la sorpresa.
Concludo con il ricordo di due giorni intensi e divertenti e che, anche se non sempre sono riuscito a fare tutto come volevo, mi hanno insegnato molto.

Un grazie a Umberto e Francesco e a tutti i compagni di avventure sul fiume.

Buone forre e acqua viva a tutti.

Paolo Giannelli

Category: notizie AIC

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