Recupero di corde corte - manovra delle corde annodate

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Versione delle 14:49, 4 giu 2015, autore: Erwin.kob (Discussione | contributi)

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Indice

Premessa

E' l’imprevisto che non viene mai preso in considerazione: e se le corde a disposizione fossero troppo corte? Non si pensi ad una situazione impossibile, basta poco: una corda lesionata oppure persa nei flutti; o, magari, un errore di valutazione nell’organizzazione dell’uscita.

Se si dispone di una sacca d’armo al seguito – come dovrebbe sempre essere (!) – una soluzione potrebbe consistere nell’allestire un armo intermedio. Ma non sempre ciò è possibile, in particolare se la calata si sviluppa nel vuoto.

Con la tecnica illustrata, è possibile calarsi su una seconda corda, vincolata a quella di discesa, e recuperare il tutto utilizzando una serie di spezzoni tra loro collegati.

Va specificato che la manovra riguarda solamente l’ultimo che scenderà, poiché gli altri compagni di squadra saranno calati con le prime due corde collegate insieme.

La tecnica descritta è, di fatto, l’evoluzione e la semplificazione di quella che veniva insegnata precedentemente, per la quale erano necessarie tre corde, non una di più e non una di meno; per questo motivo, veniva denominata proprio così. Rimaneva però il problema di essere vincolati al possesso di una terza corda della lunghezza necessaria; con questo nuovo sistema, invece, si può usare come terza corda un insieme di spezzoni.

Non è un gioco di magia, ma un buon esercizio da ripetere periodicamente per acquisire un’ottima dimestichezza nell’uso delle corde.


Obiettivo

Scendere una calata avendo a disposizione tre o più corde - aventi singolarmente lunghezza inferiore al dislivello da superare - e recuperare il tutto a manovra conclusa.


Materiale utilizzato

  • Tre o più spezzoni di corda, la cui lunghezza totale deve essere superiore ad almeno il doppio della calata da scendere. Fondamentale che i due spezzoni di corda più lunghi siano almeno pari alla lunghezza della calata.
  • Un cordino in kevlar per realizzare un nodo autobloccante Bachmann, con un proprio moschettone con ghiera a tripla sicurezza
  • Un secondo discensore con il proprio moschettone HMS con ghiera a tripla sicurezza

Tecnica d’esecuzione

Discesa della squadra:

  • Per la discesa del primo si allestisce una linea di discesa giuntando le due corde più lunghe a disposizione. Per fare ciò, si farà passare nell'anello dell'ancoraggio una corda - normalmente la seconda in lunghezza tra quelle disponibili - “B”, si costruirà un freno con un discensore ad otto veloce rinviato in un moschettone e si giunterà la seconda corda - normalmente la più lunga - “A”. Il nodo di giunzione dovrà essere posto immediatamente a valle del freno. Per completare la preparazione, si blocca la corda nel discensore con una chiave di bloccaggio.
  • Il primo che scenderà installa il proprio discensore subito a valle del nodo, bloccandolo con una chiave di corda
  • L'operatore all'ancoraggio sblocca la corda di manovra e cala il primo per tutta la lunghezza disponibile, secondo le indicazioni di chi sta scendendo; appena il primo che scende vede che la corda sotto di lui è a misura, comunica di bloccare la calata con un fischio e scende rapidamente in autonomia
  • Per la discesa degli altri componenti della squadra si provvederà, ogni volta, a recuperare la linea di discesa fino al nodo e si ripeteranno le stesse operazioni fatte per il primo


Preparazione della linea di recupero e discesa del penultimo:

  • Il penultimo, prima di scendere, collabora alla preparazione della linea di recupero; per fare questo, annoda tra di loro tutti gli spezzoni necessari, insaccandoli a mano a mano nel kit-boule
  • Infine, il penultimo giunta la linea di recupero appena formata con il capo terminale libero della corda di discesa “B” (quella che è infilata nell'anello dell'ancoraggio)
  • A questo punto, il penultimo potrà scendere nello stesso modo degli altri, cioè facendosi calare sulle due corde di discesa; durante la discesa provvede a stendere la linea di recupero portando con sé il kit-boule, oppure, non appena le condizioni lo consentono, lanciandolo direttamente ai compagni a valle
  • Arrivato alla base della calata, il penultimo provvederà a spostare dalla verticale la linea di recupero, curando la pulizia del sistema e facendo in modo che la linea di recupero non si attorcigli con la corda di calata


Discesa dell'ultimo:

  • Dopo aver calato il penultimo, l'operatore all'ancoraggio inserisce il suo discensore sulla stessa; quest'operazione ha un duplice scopo: è necessaria per mantenere la corda a misura e serve sopratutto per non confondere la corda di calata con la linea di recupero
  • Esegue quindi un nodo tampone sulla linea di recupero, facendolo un paio di metri a monte dell'anello di ancoraggio
  • Fatto ciò, si smonta il freno utilizzato e si lascia scorrere la corda di discesa sino a quando il nodo tampone appena fatto andrà a battuta sull'anello dell'ancoraggio; ci si troverà quindi con la corda di discesa stesa e con un'eccedenza di fondo di circa due metri
  • Subito a valle dell'anello dell'ancoraggio si costruisce sulla corda di discesa un nodo autobloccante Bachmann e, successivamente, si recupera la corda nel discensore sino a farlo arrivare subito sotto il nodo Bachmann
  • A questo punto si recupera la linea di discesa sino al nodo di giunzione
  • Sulla seconda corda ("A"), cioè quella che arriva fino in fondo, si costruisce un nodo delle guide con frizione subito a valle del nodo di giunzione con la prima corda "B" e lo si collega tramite un moschettone all'estremità del cordino del Bachmann
  • Dopo aver vincolato la corda di calata "A" al Bachmann, si disfa il nodo di giunzione che univa le due corde di calata
  • Alla fine della prima corda di discesa “B” (quella che è infilata nell'anello dell'ancoraggio) è imperativo costruire un nodo di sicurezza, quale può essere un nodo delle guide con frizione
  • Si rimette quindi in posizione la prima corda di discesa “B”, filandola verso il basso se le condizioni lo consentono, oppure portandola con sé nel kit-boule durante la discesa
  • Si aggancia ora all'imbrago un secondo discensore (normalmente quello di servizio usato precedentemente), e si inserisce la seconda corda di discesa “A” nel discensore, bloccandola con un’asola di bloccaggio e una controasola di sicurezza
  • L'ultimo, dopo aver verificato che sia montato tutto correttamente e che non abbia lasciato nulla sull'ancoraggio, può quindi iniziare la discesa, accompagnando il Bachmann e stando attento che questo non vada in blocco
  • Quando il Bachmann sarà arrivato a circa un metro dal nodo a fine della prima corda di calata “B”, lo si lascia andare in blocco; il carico si trasferirà automaticamente dalla prima corda di calata “B” al discensore montato sulla seconda corda “A” (quella che arriva sino in fondo alla discesa)
  • Agganciare la longe lunga al nodo di sicurezza (guide con frizione) posto all’estremità della prima corda “B”
  • Verificare che il secondo discensore sia posizionato correttamente e che il Bachmann sia stabile e ben saldo
  • Dalla linea di recupero, si recuperano alcuni metri di corda, costruendo un'asola
  • L'asola appena formata va quindi agganciata al moschettone del Bachmann. Attenzione: è importante che la dimensione dell'ansa lasciata a monte dell'asola abbia un'ampiezza tale da consentire il completo svincolo del sistema prima che questa si esaurisca
  • Dopo aver verificato che il nodo Bachmann non scorra, si può sganciare la longe lunga dal nodo di sicurezza posto al termine della prima corda di calata “B” e disfarlo per liberare l'estremità della corda
  • Si sblocca quindi la chiave del discensore di servizio e si prosegue la discesa sulla seconda corda di calata “A”
  • Non è necessario smontare il discensore dalla prima corda di discesa “B”, poiché questo si sfilerà automaticamente durante la discesa
  • Alla fine, quando anche l'ultimo avrà completato la discesa, per recuperare il tutto sarà sufficiente tirare la linea di recupero. Grazie al trazionamento operato sul moschettone del Bachmann, lo stesso andrà a disimpegnarsi e il recupero potrà essere completato.


Osservazioni

  • Il penultimo che scende deve accertarsi che tutta la linea di recupero arrivi in fondo; questo passaggio è fondamentale, altrimenti si correrebbe il rischio di non poter completare la manovra, lasciando sul posto tutte le corde utilizzate.
  • Durante la discesa dell’ultimo, per non correre il rischio di non riuscire più a prendere la linea di recupero - la si può agganciare con la longe, in modo da tenerla sempre vicino a sé.
  • Il Bachmann, invece che essere accompagnato tenendolo con una mano, può anche essere agganciato direttamente al suo moschettone con la longe corta; vale comunque sempre la regola di curare che il Bachmann non vada in blocco.
  • Il vantaggio di questa tecnica, rispetto a quella originaria eseguita con sole tre corde, è che il recupero diventa possibile anche se si dispone di spezzoni diversi, invece che di una corda unica; è sufficiente giuntarli tutti insieme sino a raggiungere la lunghezza necessaria.


Pericoli nella realizzazione o utilizzo, possibili errori di esecuzione

  • I componenti della squadra che scenderanno sulle due corde giuntate, dovranno sempre stare molto attenti a calarsi lentamente, vigilando che la corda “A” arrivi a misura. Per questo motivo, il primo deve essere calato fino in fondo, proprio per accertarsi che la corda sia sufficientemente lunga.
  • La fase più delicata di tutta l’operazione si ha, indubbiamente, nel trasferimento del peso dalla prima corda di calata “B” alla seconda corda “A”; accertare quindi prima che tutto il sistema sia montato correttamente e funzioni a regola d’arte.
  • Per quanto possa sembrare scontato, non bisogna dimenticarsi di eseguire il nodo di sicurezza sul capo terminale della prima corda di discesa “B”.
  • Il nodo autobloccante Bachmann va eseguito con molta accuratezza; ricordarsi inoltre che la seconda corda di calata “A” va agganciata all'anello di cordino, mentre la corda di recupero va fissata direttamente al moschettone del nodo, quello aderente alla corda.
  • Per la riuscita della manovra di recupero, è estremamente importante che la lunghezza dell’ansa creatasi sulla linea di recupero a monte del Bachmann sia maggiore del tratto della prima corda di calata a valle del Bachmann stesso; in altre parole, lo scioglimento del sistema deve avvenire prima che inizi la manovra di recupero vera e propria; se l’ansa fosse troppo corta, recuperando la corda questa andrebbe in tensione prima che il moschettone del Bachmann si sia sfilato dalla prima corda di calata. Questo causerebbe degli attriti talmente elevati da rendere alquanto problematico il recupero.
  • Disponendo di un discensore quale l'Oka della Kong o il Pirana della Petzl, conviene installarlo sulla corda di calata "A", quella che arriva fino in fondo, e usare invece il classico discensore ad otto sulla prima corda di calata "B", quella dove vi è il Bachmann. Questo perché, con la corda non in tensione, la chiave di bloccaggio risulta più facile da fare su questo tipo di discensori.
  • Attenzione: questa tecnica non deve assolutamente essere utilizzata nel caso di calata sotto il getto di una cascata consistente! Si correrebbe il rischio di rimanere fatalmente bloccati sulla corda.
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