Longe: differenze tra le versioni

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Fondamentale per le manovre in forra. E’ quel dispositivo che permette di appendersi in sicurezza ad un ancoraggio esposto o di raggiungere la sosta usando un mancorrente.
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Fondamentale per le manovre in forra. E’ quel dispositivo che permette di [[Utilizzo della longe sull’ancoraggio|appendersi in sicurezza ad un ancoraggio]] esposto o di [[Utilizzo della longe su mancorrente|raggiungere la sosta usando un mancorrente]].''
 
La norma EN 354 prevede che la longe sia un cordino di posizionamento con lo scopo di collegarsi ad un punto di ancoraggio o alla corda. I cordini di posizionamento in commercio sono inadatti ad assorbire energia, proprio perché concepiti solo per il posizionamento. Ecco perché le longe devono essere utilizzate mantenendole sempre in tensione e in situazioni di rischio potenziale con fattore di caduta non superiore a uno (in pratica, bisogna essere appesi alle longe e non agganciare il moschettone ad un punto che sia più in basso dell’imbrago).
 
La norma EN 354 prevede che la longe sia un cordino di posizionamento con lo scopo di collegarsi ad un punto di ancoraggio o alla corda. I cordini di posizionamento in commercio sono inadatti ad assorbire energia, proprio perché concepiti solo per il posizionamento. Ecco perché le longe devono essere utilizzate mantenendole sempre in tensione e in situazioni di rischio potenziale con fattore di caduta non superiore a uno (in pratica, bisogna essere appesi alle longe e non agganciare il moschettone ad un punto che sia più in basso dell’imbrago).
  
La longe che usiamo è doppia, ad “Y”, con rami asimmetrici, uno lungo e l’altro più corto. Le longe possono essere confezionate in corda dinamica intera (EN 892) - ne servono circa 3 metri - meglio se di piccolo diametro (circa 9 mm), con nodi delle guide alle estremità e nodo trilonge. Questo nodo particolare offre buone prestazioni nell'assorbimento dell'energia derivante da una caduta. Inoltre presenta una terza asola che, all'occorenza, può essere impiegata come longe supplementare molto corta.
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La longe che usiamo è doppia, ad “Y”, con rami asimmetrici, uno lungo e l’altro più corto. Le longe possono essere confezionate in corda dinamica intera (EN 892) - ne servono circa 3 metri - meglio se di piccolo diametro (circa 9 mm, comunque mai inferiore a questo valore). Il ramo lungo non deve essere più lungo del braccio in estensione, mentre il ramo corto deve essere lungo più o meno la metà di quello lungo. Con questa spiegazione, risulta evidente che la lunghezza di una longe non può essere standard per tutti, poiché una persona alta 160 cm avrà esigenze diverse rispetto ad una alta 190 cm. La lunghezza della longe va quindi adeguata individualmente.
  
Una buona alternativa è costituita dalla longe preconfezionata di marca Petzl mod. Spelegyca, anche se non è possibile regolare la lunghezza dei due rami individuali.
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Alle estremità dei due rami, vanno fatti due nodi mezzo inglese (in alternativa nodo delle guide), mentre nella parte centrale si fa un nodo trilonge. Questo nodo particolare offre buone prestazioni nell'assorbimento dell'energia derivante da una caduta. Inoltre presenta una terza asola che, all'occorrenza, può essere impiegata come longe supplementare molto corta.
  
Tassativamente da escludere, invece, le longe fatte con materiali anelastici, quali cordini in kevlar, che non reggerebbero in caso di caduta, o le daisy-chain, troppo delicate e il cui uso rischia di far commettere errori mortali.
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Prestare bene attenzione affinché i capi morti dei nodi siano lunghi almeno 10 cm dopo che siano stati tensionati con il carico.
  
I moschettoni che usiamo sulla longe sono tutti e due con ghiera a vite; in alternativa, sul ramo corto si può usare un moschettone con doppia leva di sicurezza, tipo Kong Tango, Salewa Attack o CT K-Advance. La longe va collegata all’anello dell’imbrago con una maglia rapida rettangolare n. 7 o 8, oppure, se il punto di attacco dell’imbrago è metallico, facendo il nodo trilonge direttamente nell’anello. Al bando longe collegate con moschettoni, anellini portachiavi, ecc.
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Una buona alternativa è costituita dalla longe preconfezionata di marca Petzl mod. Spelegyca, che per contro presenta lo svantaggio di non poter regolare la lunghezza dei due rami individuali. La lunghezza prefissata dei due rami, in particolare di quello corto, comporta la necessità di usare alcuni accorgimenti nell'esecuzione di certe manovre particolari, quali, ad esempio, l'uso della mezza longe per il [[Superamento di un nodo in discesa con bloccanti meccanici|Superamento di un nodo in discesa con bloccanti meccanici]].
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Tassativamente da escludere, invece, le longe fatte con materiali anelastici, quali cordini in kevlar o dyneema, che non reggerebbero in caso di caduta, o le daisy-chain, troppo delicate e il cui uso rischia di far commettere errori mortali.
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I moschettoni che usiamo sulla longe sono tutti e due con ghiera a vite; in alternativa, sul ramo corto si può usare un moschettone con doppia leva di sicurezza, tipo Kong Tango, Salewa Attack o CT K-Advance. Da escludere l'uso di moschettoni con ghiera automatica, tipo tripla sicurezza (tri-act) o a due movimenti (twist-lock), oppure quelli da ferrata (ovviamente a parte il Kong Tango o simili). Non vanno bene nemmeno i moschettoni ad alto carico, perché troppo voluminosi per l'inserimento, pesanti e sostanzialmente inutili per il nostro scopo.
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La longe va collegata all’anello centrale dell’imbrago con una maglia rapida rettangolare n. 7 o 8, oppure facendo il nodo trilonge direttamente nell’anello. Da mettere al bando longe collegate con moschettoni, anellini portachiavi, ecc.
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<big>'''TRI-LONGE'''</big>
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''di Juri Montese''
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La longe è il principale sistema di sicurezza che adoperiamo nella progressione su corda, evitando di riassumerne le numerose situazioni di utilizzo, si può sintetizzarne la funzione ordinaria nella catena di sicurezza come quella di vincolarci ad un attacco od ad una linea di sicura ed eventualmente, in caso di caduta/scivolata, trattenere il carico, dove il carico siamo noi.
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Comunemente usiamo la longe in modalità statica, stando appesi ad essa, ma viste le sue potenzialità di impiego, questa deve essere in grado di avere un comportamento dinamico, ovvero quello di sopportare una caduta che la mandi istantaneamente in tensione.
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In situazioni straordinarie, quale l’autosoccorso diretto, la longe collega uomo – uomo; va da sè che il sistema longe debba essere, ed in effetti lo è, il sistema più potente che ci portiamo addosso, a condizione che sia ben confezionato.
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Per inquadrare correttamente il discorso, vediamo quali sono  le forze in gioco.
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In qualsiasi tipo di progressione (alpinismo, falesia, ferrata, speleologia, canyoning), la variabile che in caso di caduta su una corda determina la forza d’arresto o forza shock, ovvero la forza che si registra quando la corda entra bruscamente in carico, è il fattore di caduta.
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Il fattore di caduta è il rapporto tra l’altezza di caduta (il tratto che il corpo descrive da quando parte a quando viene trattenuto dalla corda) e la lunghezza di corda che deve sopportare quel volo. Escludendo le vie ferrate, dove il valore aumenta in funzione della distanza tra gli ancoraggi, il fattore di caduta varia da 0 a 2 :
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Fc = 0 : quando il corpo è appeso staticamente ad un’estremità della corda vincolata, sull’altra estremità, all’attacco (roccia);
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Fc = 2 : quando il corpo, sempre legato ad un’estremità della corda, si trova in verticale sopra l’attacco con la corda tesa verso il basso.
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Grossolanamente possiamo dire che si ha fattore di caduta 1 quando l’imbrago della persona a cui è legata un’estremità della corda (longe) ed il punto di attacco dove è vincolata l’altra estremità della corda, , sono alla stessa altezza.
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Nella progressione torrentistica si usa come riferimento il fattore 1, tale valore non andrebbe mai superato e per verificarlo non serve alcun calcolo, basta guardare se il moschettone della longe si trova più in alto dell’imbrago (OK), o più in basso (NO!).
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In realtà, la situazione di superare il fattore 1 non è per niente rara, anzi, avviene in moltissimi mancorrenti, sui quali, dopo esserci allongiati, camminiamo tranquillamente in piedi con la longe tesa verso il basso. A onor del vero, il mancorrente stesso rappresenta un ulteriore elemento elastico che assorbirebbe il volo... però...
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Considerando il fattore di caduta pari a 1 ed un peso di 90 kg del corpo, si è stabilito convenzionalmente, in quanto il valore è precauzionalmente gonfiato, che la forza massima registrabile sia di 1.100 kgp (circa 11 kN).
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Per avere margini di sicurezza nel tempo, visto che il materiale si usura, tutto quello a cui ci appendiamo deve resistere almeno fino a 22 kN, a parte i bloccanti meccanici che hanno un comportamento diverso.
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Tornando alla classica (bi)longe, questa deve avere due rami di lunghezza differente (a “Y” asimmetrica) con un moschettone a ghiera sul lato lungo ed un moschettone a ghiera sul lato corto. Il ramo lungo deve essere quanto lo sbraccio di ognuno ed il moschettone deve essere manovrabile anche appesi nel vuoto, mentre per regolare il ramo corto, tendendo la longe verso l’alto, la testa del moschettone deve arrivare sotto al mento (metà circa del ramo lungo).
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Considerando quanto detto sopra, una caratteristica fondamentale della longe è la capacità di assorbire energia (prodotta da un volo); pertanto l’orientamento della SNC è quello di escludere sistemi tipo daisy chain e longe con cordino in dyneema o kevlar, inadatti a tale scopo.
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Questa scelta , volutamente prudenziale, riduce la scelta tra i tipi di longe a due casi:
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'''• longe prefabbricata in nastro con cuciture a rottura programmata'''
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'''• longe autocostruita con corda dinamica intera'''
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'''Longe prefabbricata in nastro con cuciture a rottura programmata:'''
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Questo sistema prevede due tipi di cucitura, uno che chiude l’anello di fettuccia e che non è fatto per saltare, e cuciture che accoppiano i due lati di fettuccia per ogni ramo, che invece sono predisposte per scucirsi in presenza di forti carichi e quindi ridurre la forza di arresto.
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Le longe prefabbricate hanno il difetto di avere lunghezze prestabilite e quindi non perfettamente tarate sulle dimensioni di ognuno; inoltre, se la fettuccia finisce accidentalmente nel bloccante ventrale, la rimozione potrebbe essere complessa.
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'''Longe autocostruita con corda dinamica intera:'''
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Questa è la longe per definizione.
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Per confezionarla occorre adoperare corde dinamiche omologate “intera”, i quali presentano sulle estremita della bobina o della matassa il simbolo (1).
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Questo modello, proprio grazie ai nodi alle estremità, ha una grande capacità di dissipare energia sfruttando il cosiddetto “effetto longe”, ovvero la caratteristica che con spezzoni di corda lunghi fino a cm 100 con nodi alle estremità, in caso di caduta, diventa significativa la presenza del nodo, il quale, strozzandosi, crea sfregamenti tra le spire dissipando energia, con il risultato finale di abbassare la forza d’arresto e sollecitare meno la catena di sicurezza.
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L’effetto longe aumenta con la complessità strutturale del nodo.
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Il difetto di questo tipo di longe è che i nodi sono punti preferenziali, perché sporgono, di usura e che richiedono vari tentativi prima di trovare le lunghezze ottimali; infatti a seconda del tipo di corda e di nodi che utilizziamo per le asole, una volta bagnati ed in carico abbiamo allungamenti ogni volta diversi. Ciò comporta che la lunghezza della longe dovrà essere regolata ad ogni uscita, almeno per le prime volte, sino a quando non si raggiunga la lunghezza ottimale.
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Sempre in merito al comportamento delle corde dinamiche usate per fare le longe occorre chiarire quanto segue: come già detto, in extrema ratio le longe devono trattenere un volo; pertanto, dovranno avere un comportamento il più elastico possibile al fine di non sollecitare troppo la catena di sicurezza, di cui il nostro corpo è un anello. Tale elasticità, a parità di materiale, si può ottenere diminuendo il diametro della corda; quindi, una longe con corda diametro 11 mm non è migliore di una con diametro 9 mm, anzi è il contrario.
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ATTENZIONE: 9 mm è il diametro minimo oltre il quale non si può scendere per il confezionamento di longe!
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Un’ottimizzazione del sistema longe autocostruita con corda dinamica, adottata dalla SNC, è la tri-longe ottenibile con un Nodo Corona Rinforzato.
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Tale nodo ha come risultato due rami singoli e due asole, il tutto regolabile al centimetro. Con i due rami singoli si realizzeranno il tratto lungo e quello corto; un’asola, come meglio indicato di seguito, è destinata all’attacco sull’imbrago e la seconda asola, opportunamente corta, sarà il terzo punto eventuale di attacco.
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I vantaggi della tri-longe sono che il Corona Rinforzato funziona da nodo di assorbimento aumentando l’effetto longe e si ha inoltre un ulteriore punto di vincolo molto corto.
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Mi sono preso la libertà di chiamarlo Corona Rinforzato  in quanto il manuale di Ashley annovera il Nodo Corona al n° 1097 , il quale è estremamente simile a quello della tri longe, ma, analizzato con attenzione, ha una struttura diversa; infatti ha entrambe le asole che in caso di scorrimento, anche singolarmente, portano allo scioglimento del nodo, mentre nel nostro caso, solo un’asola in caso di scorrimento scioglie il nodo e, per scongiurare questo rischio è l’asola che vincoleremo all’imbrago.
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Vediamone la costruzione che è da intendersi indicativa, poi ognuno troverà la propria manualità:
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1) Si realizza un Nodo delle Guide (figura 1)
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2) Si allasca la spira indicata in figura 1, creandone un doppino (fig. 2 e 3)
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3) Si infila il doppino appena creato al di sotto delle altre spire (fig. 4)
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4) Si pettina il nodo facendo le dovute regolazioni  (fig. 5)
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ATTENZIONE: comunque lo si costruisca, è essenziale che il doppino con cui si vincola la longe all’imbrago, sia quello indicato nelle figure, in quanto è quello che se scorre scioglie il nodo.
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[[File:Trilonge1.jpg|miniatura|sinistra|Fig. 1: si realizza un nodo delle guide]]
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[[File:Trilonge2.jpg|miniatura|sinistra|Fig. 2: si allasca la spira indicata in figura 1 e...]]
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[[File:Trilonge3.jpg|miniatura|sinistra|Fig. 3: ... si crea un doppino]]
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[[File:Trilonge4.jpg|miniatura|sinistra|Fig. 4: Si infila il doppino appena creato al di sotto delle altre spire ]]
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[[File:Trilonge5.jpg|miniatura|sinistra|Fig. 5: si pettina il nodo facendo le dovute regolazioni ]]

Versione attuale delle 13:49, 21 lug 2015

Fondamentale per le manovre in forra. E’ quel dispositivo che permette di appendersi in sicurezza ad un ancoraggio esposto o di raggiungere la sosta usando un mancorrente. La norma EN 354 prevede che la longe sia un cordino di posizionamento con lo scopo di collegarsi ad un punto di ancoraggio o alla corda. I cordini di posizionamento in commercio sono inadatti ad assorbire energia, proprio perché concepiti solo per il posizionamento. Ecco perché le longe devono essere utilizzate mantenendole sempre in tensione e in situazioni di rischio potenziale con fattore di caduta non superiore a uno (in pratica, bisogna essere appesi alle longe e non agganciare il moschettone ad un punto che sia più in basso dell’imbrago).

La longe che usiamo è doppia, ad “Y”, con rami asimmetrici, uno lungo e l’altro più corto. Le longe possono essere confezionate in corda dinamica intera (EN 892) - ne servono circa 3 metri - meglio se di piccolo diametro (circa 9 mm, comunque mai inferiore a questo valore). Il ramo lungo non deve essere più lungo del braccio in estensione, mentre il ramo corto deve essere lungo più o meno la metà di quello lungo. Con questa spiegazione, risulta evidente che la lunghezza di una longe non può essere standard per tutti, poiché una persona alta 160 cm avrà esigenze diverse rispetto ad una alta 190 cm. La lunghezza della longe va quindi adeguata individualmente.

Alle estremità dei due rami, vanno fatti due nodi mezzo inglese (in alternativa nodo delle guide), mentre nella parte centrale si fa un nodo trilonge. Questo nodo particolare offre buone prestazioni nell'assorbimento dell'energia derivante da una caduta. Inoltre presenta una terza asola che, all'occorrenza, può essere impiegata come longe supplementare molto corta.

Prestare bene attenzione affinché i capi morti dei nodi siano lunghi almeno 10 cm dopo che siano stati tensionati con il carico.

Una buona alternativa è costituita dalla longe preconfezionata di marca Petzl mod. Spelegyca, che per contro presenta lo svantaggio di non poter regolare la lunghezza dei due rami individuali. La lunghezza prefissata dei due rami, in particolare di quello corto, comporta la necessità di usare alcuni accorgimenti nell'esecuzione di certe manovre particolari, quali, ad esempio, l'uso della mezza longe per il Superamento di un nodo in discesa con bloccanti meccanici.

Tassativamente da escludere, invece, le longe fatte con materiali anelastici, quali cordini in kevlar o dyneema, che non reggerebbero in caso di caduta, o le daisy-chain, troppo delicate e il cui uso rischia di far commettere errori mortali.

I moschettoni che usiamo sulla longe sono tutti e due con ghiera a vite; in alternativa, sul ramo corto si può usare un moschettone con doppia leva di sicurezza, tipo Kong Tango, Salewa Attack o CT K-Advance. Da escludere l'uso di moschettoni con ghiera automatica, tipo tripla sicurezza (tri-act) o a due movimenti (twist-lock), oppure quelli da ferrata (ovviamente a parte il Kong Tango o simili). Non vanno bene nemmeno i moschettoni ad alto carico, perché troppo voluminosi per l'inserimento, pesanti e sostanzialmente inutili per il nostro scopo.

La longe va collegata all’anello centrale dell’imbrago con una maglia rapida rettangolare n. 7 o 8, oppure facendo il nodo trilonge direttamente nell’anello. Da mettere al bando longe collegate con moschettoni, anellini portachiavi, ecc.


TRI-LONGE

di Juri Montese

La longe è il principale sistema di sicurezza che adoperiamo nella progressione su corda, evitando di riassumerne le numerose situazioni di utilizzo, si può sintetizzarne la funzione ordinaria nella catena di sicurezza come quella di vincolarci ad un attacco od ad una linea di sicura ed eventualmente, in caso di caduta/scivolata, trattenere il carico, dove il carico siamo noi. Comunemente usiamo la longe in modalità statica, stando appesi ad essa, ma viste le sue potenzialità di impiego, questa deve essere in grado di avere un comportamento dinamico, ovvero quello di sopportare una caduta che la mandi istantaneamente in tensione.

In situazioni straordinarie, quale l’autosoccorso diretto, la longe collega uomo – uomo; va da sè che il sistema longe debba essere, ed in effetti lo è, il sistema più potente che ci portiamo addosso, a condizione che sia ben confezionato.

Per inquadrare correttamente il discorso, vediamo quali sono le forze in gioco. In qualsiasi tipo di progressione (alpinismo, falesia, ferrata, speleologia, canyoning), la variabile che in caso di caduta su una corda determina la forza d’arresto o forza shock, ovvero la forza che si registra quando la corda entra bruscamente in carico, è il fattore di caduta. Il fattore di caduta è il rapporto tra l’altezza di caduta (il tratto che il corpo descrive da quando parte a quando viene trattenuto dalla corda) e la lunghezza di corda che deve sopportare quel volo. Escludendo le vie ferrate, dove il valore aumenta in funzione della distanza tra gli ancoraggi, il fattore di caduta varia da 0 a 2 : Fc = 0 : quando il corpo è appeso staticamente ad un’estremità della corda vincolata, sull’altra estremità, all’attacco (roccia); Fc = 2 : quando il corpo, sempre legato ad un’estremità della corda, si trova in verticale sopra l’attacco con la corda tesa verso il basso. Grossolanamente possiamo dire che si ha fattore di caduta 1 quando l’imbrago della persona a cui è legata un’estremità della corda (longe) ed il punto di attacco dove è vincolata l’altra estremità della corda, , sono alla stessa altezza. Nella progressione torrentistica si usa come riferimento il fattore 1, tale valore non andrebbe mai superato e per verificarlo non serve alcun calcolo, basta guardare se il moschettone della longe si trova più in alto dell’imbrago (OK), o più in basso (NO!).

In realtà, la situazione di superare il fattore 1 non è per niente rara, anzi, avviene in moltissimi mancorrenti, sui quali, dopo esserci allongiati, camminiamo tranquillamente in piedi con la longe tesa verso il basso. A onor del vero, il mancorrente stesso rappresenta un ulteriore elemento elastico che assorbirebbe il volo... però... Considerando il fattore di caduta pari a 1 ed un peso di 90 kg del corpo, si è stabilito convenzionalmente, in quanto il valore è precauzionalmente gonfiato, che la forza massima registrabile sia di 1.100 kgp (circa 11 kN). Per avere margini di sicurezza nel tempo, visto che il materiale si usura, tutto quello a cui ci appendiamo deve resistere almeno fino a 22 kN, a parte i bloccanti meccanici che hanno un comportamento diverso.

Tornando alla classica (bi)longe, questa deve avere due rami di lunghezza differente (a “Y” asimmetrica) con un moschettone a ghiera sul lato lungo ed un moschettone a ghiera sul lato corto. Il ramo lungo deve essere quanto lo sbraccio di ognuno ed il moschettone deve essere manovrabile anche appesi nel vuoto, mentre per regolare il ramo corto, tendendo la longe verso l’alto, la testa del moschettone deve arrivare sotto al mento (metà circa del ramo lungo).

Considerando quanto detto sopra, una caratteristica fondamentale della longe è la capacità di assorbire energia (prodotta da un volo); pertanto l’orientamento della SNC è quello di escludere sistemi tipo daisy chain e longe con cordino in dyneema o kevlar, inadatti a tale scopo.

Questa scelta , volutamente prudenziale, riduce la scelta tra i tipi di longe a due casi:

• longe prefabbricata in nastro con cuciture a rottura programmata

• longe autocostruita con corda dinamica intera


Longe prefabbricata in nastro con cuciture a rottura programmata:

Questo sistema prevede due tipi di cucitura, uno che chiude l’anello di fettuccia e che non è fatto per saltare, e cuciture che accoppiano i due lati di fettuccia per ogni ramo, che invece sono predisposte per scucirsi in presenza di forti carichi e quindi ridurre la forza di arresto. Le longe prefabbricate hanno il difetto di avere lunghezze prestabilite e quindi non perfettamente tarate sulle dimensioni di ognuno; inoltre, se la fettuccia finisce accidentalmente nel bloccante ventrale, la rimozione potrebbe essere complessa.


Longe autocostruita con corda dinamica intera:

Questa è la longe per definizione. Per confezionarla occorre adoperare corde dinamiche omologate “intera”, i quali presentano sulle estremita della bobina o della matassa il simbolo (1). Questo modello, proprio grazie ai nodi alle estremità, ha una grande capacità di dissipare energia sfruttando il cosiddetto “effetto longe”, ovvero la caratteristica che con spezzoni di corda lunghi fino a cm 100 con nodi alle estremità, in caso di caduta, diventa significativa la presenza del nodo, il quale, strozzandosi, crea sfregamenti tra le spire dissipando energia, con il risultato finale di abbassare la forza d’arresto e sollecitare meno la catena di sicurezza. L’effetto longe aumenta con la complessità strutturale del nodo. Il difetto di questo tipo di longe è che i nodi sono punti preferenziali, perché sporgono, di usura e che richiedono vari tentativi prima di trovare le lunghezze ottimali; infatti a seconda del tipo di corda e di nodi che utilizziamo per le asole, una volta bagnati ed in carico abbiamo allungamenti ogni volta diversi. Ciò comporta che la lunghezza della longe dovrà essere regolata ad ogni uscita, almeno per le prime volte, sino a quando non si raggiunga la lunghezza ottimale. Sempre in merito al comportamento delle corde dinamiche usate per fare le longe occorre chiarire quanto segue: come già detto, in extrema ratio le longe devono trattenere un volo; pertanto, dovranno avere un comportamento il più elastico possibile al fine di non sollecitare troppo la catena di sicurezza, di cui il nostro corpo è un anello. Tale elasticità, a parità di materiale, si può ottenere diminuendo il diametro della corda; quindi, una longe con corda diametro 11 mm non è migliore di una con diametro 9 mm, anzi è il contrario. ATTENZIONE: 9 mm è il diametro minimo oltre il quale non si può scendere per il confezionamento di longe!

Un’ottimizzazione del sistema longe autocostruita con corda dinamica, adottata dalla SNC, è la tri-longe ottenibile con un Nodo Corona Rinforzato. Tale nodo ha come risultato due rami singoli e due asole, il tutto regolabile al centimetro. Con i due rami singoli si realizzeranno il tratto lungo e quello corto; un’asola, come meglio indicato di seguito, è destinata all’attacco sull’imbrago e la seconda asola, opportunamente corta, sarà il terzo punto eventuale di attacco. I vantaggi della tri-longe sono che il Corona Rinforzato funziona da nodo di assorbimento aumentando l’effetto longe e si ha inoltre un ulteriore punto di vincolo molto corto.

Mi sono preso la libertà di chiamarlo Corona Rinforzato in quanto il manuale di Ashley annovera il Nodo Corona al n° 1097 , il quale è estremamente simile a quello della tri longe, ma, analizzato con attenzione, ha una struttura diversa; infatti ha entrambe le asole che in caso di scorrimento, anche singolarmente, portano allo scioglimento del nodo, mentre nel nostro caso, solo un’asola in caso di scorrimento scioglie il nodo e, per scongiurare questo rischio è l’asola che vincoleremo all’imbrago.

Vediamone la costruzione che è da intendersi indicativa, poi ognuno troverà la propria manualità:

1) Si realizza un Nodo delle Guide (figura 1)

2) Si allasca la spira indicata in figura 1, creandone un doppino (fig. 2 e 3)

3) Si infila il doppino appena creato al di sotto delle altre spire (fig. 4)

4) Si pettina il nodo facendo le dovute regolazioni (fig. 5)

ATTENZIONE: comunque lo si costruisca, è essenziale che il doppino con cui si vincola la longe all’imbrago, sia quello indicato nelle figure, in quanto è quello che se scorre scioglie il nodo.


Fig. 1: si realizza un nodo delle guide
Fig. 2: si allasca la spira indicata in figura 1 e...
Fig. 3: ... si crea un doppino
Fig. 4: Si infila il doppino appena creato al di sotto delle altre spire
Fig. 5: si pettina il nodo facendo le dovute regolazioni
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