Grandi verticali

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Versione delle 17:04, 14 gen 2013, autore: Francesca.danesin (Discussione | contributi)

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Con questa definizione particolare, la maggior parte delle persone identifica le calate di altezza elevata. In realtà, una grande verticale è tale quando, per scenderla, è necessario giuntare due corde, fosse anche di “soli” 30 metri. Può sembrare apparentemente esagerata come definizione, ma bisogna considerare tutte le problematiche che derivano dall’uso di due corde, invece che di una sola, soprattutto nell’eventualità di dovere gestire un’emergenza.

Normalmente, la discesa su questo tipo di calate avviene al di fuori del getto d’acqua; questo perché, nel caso di portate elevate, l’acqua si nebulizzerebbe al punto tale da impedire una normale respirazione e, fattore non trascurabile, l’eventuale peso della colonna d’acqua sulla testa impedirebbe una corretta gestione della discesa. In questo modo, si evitano già in partenza molti dei rischi connessi all’acqua. La calata fuori dall’acqua, l’assenza di corrente all’arrivo e un bacino di ricezione poco profondo permettono quindi una maggiore tranquillità nell’esecuzione delle manovre e l’uso di tecniche per le quali non sia necessario avere la corda a misura. Se un compagno dovesse rimanere bloccato sulla corda, ad esempio a causa del formarsi di una bocca di lupo, non vi sarebbe la necessità di intervenire con estrema urgenza, non essendoci i rischi connessi ad una calata sotto portata. Non va inoltre dimenticata la possibilità di sfregamenti sulla corda, che, su altezze elevate e vista l’elasticità della corda, ne determinerebbe comunque un considerevole movimento abrasivo sulla roccia; con inevitabili lesioni sulla corda stessa.

Chi ha già provato la discesa da altezze elevate, si sarà reso conto della difficoltà riscontrata nel primo tratto della calata, quando il peso della corda blocca il discensore; non è raro dover tirare la corda nel discensore, più che dover frenare, al fine di riuscire a scendere. Questa situazione può mettere in difficoltà le persone più leggere, che si trovano a consumare molte energie per scendere. Viceversa, superato il punto di equilibrio, ci sarà il rischio che la corda inizi a scorrere troppo velocemente nel discensore, con difficoltà di controllo da parte del torrentista. Con il discensore ad otto diventa allora d’obbligo utilizzare sempre un moschettone di rinvio come freno supplementare; con il discensore Pirana, invece, la discesa è facilitata, potendo frenare la corda grazie ai ganci di rinvio supplementari.

Innanzitutto, prima di cominciare ad approntare un qualunque sistema sarà indispensabile avere le idee chiare su come si evolveranno tutte le fasi della manovra, ivi compreso il recupero delle corde. La prima cosa da risolvere è se si scenderà in corda singola o in corda doppia. Tranne casi particolarissimi e da valutare volta per volta, la scelta dovrà ricadere sulla corda singola. Tra i numerosi punti a favore di questa scelta vanno ricordati la maggior facilità di gestione, il dimezzato peso delle corde che talvolta può creare un problema non da poco e la maggiore facilità di bloccaggio del discensore. A questo punto sarà necessario decidere come si stenderà la corda di discesa. Sulle grandi altezze è da scartare l’ipotesi di lanciare il sacco con la corda e quindi rimangono due possibilità: o filarla lungo la cascata – come per l’allestimento di una corda singola svincolabile - oppure calare il primo a scendere. Entrambe le opzioni sono buone e la scelta andrà fatta volta per volta a seconda delle circostanze. Va però detto che la potentissima tecnica di calare il primo non è cosa che si può improvvisare e se ne raccomanda l’uso solo a persone già esperte al riguardo.

In qualunque caso, andrà approntato, alla sosta, un freno che permetta di dare corda. Visto che, in questi contesti, uno dei problemi con i quali si dovrà sempre fare i conti sarà l’attorcigliamento delle corde, sarà imperativo usare un sistema di freno adatto. La scelta dovrà quindi ricadere sull’otto verticale. Il suddetto freno permetterà quindi tanto di calare (se questa è stata l’opzione scelta) quanto di dare corda per regolarla e di gestire gli sfregamenti. Nell’approntare il freno si raccomanda di non procrastinare l’inserimento della corda nell’anello dell’ancoraggio e di farlo, quindi, fin da subito. Normalmente detto anello può vantaggiosamente essere usato come punto di rinvio del freno.

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