Discesa su corda - introduzione

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Versione delle 10:01, 15 gen 2013, autore: Francesca.danesin (Discussione | contributi)

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Sino a quando non si è iniziato a studiare una tecnica specifica da utilizzare nelle forre, si usava scendere adattando le tecniche normalmente conosciute. Chi proveniva dall’ambiente speleologico era già abituato ad utilizzare la corda singola, anche se in tutt’altra maniera, mentre i torrentisti di estrazione prettamente alpinistica erano usi a scendere su corde doppie, analogamente a quanto facevano in montagna.

Ambedue le tecniche erano però rischiose, perché lasciavano entrare in acqua tutta la corda in eccesso. Non sembra superfluo ricordare che, ancora oggi purtroppo, una buona parte degli incidenti avviene proprio perché chi attrezza cala una quantità eccessiva di corda in acqua o perché, in caso di incidente, non vi è la possibilità di sbloccare la corda per calare la persona (e non si conoscono altre tecniche rapide di autosoccorso).

La grande rivoluzione nelle tecniche torrentistiche si è avuta con l’introduzione dell’uso della corda singola cosiddetta “a misura”, cioè con il capo terminale a raso dell’acqua e con l’adozione di sistemi sbloccabili dall’alto.

Tuttavia, in molte situazioni, soprattutto con rocce particolarmente abrasive o taglienti, è indubbiamente preferibile utilizzare la corda doppia. Ovviamente, bisogna essere in grado di allestire sempre e comunque un sistema sbloccabile e che sia a misura.

In questo capitolo saranno illustrate le tecniche di base da conoscere per affrontare autonomamente una calata e a come si scende per regolare una corda a misura. Si spiegheranno anche tutte le possibili evenienze collegate, quali, ad esempio, il superamento di un deviatore.

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