Disarrampicata: differenze tra le versioni

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== Tecnica di esecuzione ==
 
== Tecnica di esecuzione ==
Le tecniche di disarrampicata si rivelano essenziali in tutte quelle situazioni in cui non visono grandi dislivelli da affrontare, ma...
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Le tecniche di disarrampicata si rivelano essenziali in tutte quelle situazioni in cui non vi sono grandi dislivelli da affrontare, ma la conformazione dell’ambiente rende superfluo l’uso di corde. Basti pensare, ad esempio, ad un grande caos di massi da superare.
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È quindi giocoforza indispensabile che il torrentista abbia un minimo di agilità.
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Le tecniche da utilizzare, per quanto possa sembrare banale, sono le stesse dell’arrampicata, ma in discesa.
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Se nelle disarrampicate brevi e poco pendenti si può tranquillamente scendere con la schiena addossata alla parete, la maggior parte delle situazioni richiedono l’uso di tecniche più raffinate. Di norma, quindi, si scenderà, come nell’arrampicata, con il viso di fronte alla roccia, ma cercando di guardare a valle per individuare gli appigli.
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Va innanzittutto ricordato che sono i piedi quelli che devono sostenere il peso del corpo, e non le mani che sorreggono tutto il carico. Generalmente le mani hanno lo scopo di mantenere l’equilibrio. Tuttavia, la difficoltà sarà data dalla sequenza da compiere, che vedrà le mani abbassarsi prima di muovere i piedi, con la necessità di mantenere il giusto equilibrio sulla verticale degli appoggi.
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Un’altra regola, come nell’arrampicata, è quella di muovere un solo arto alla volta, mantenendo sempre tre punti di contatto con la roccia.
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Molti passaggi possono essere affrontati in contrapposizione, sfruttando la vicinanza delle pareti, appoggiando la schiena sulla roccia e sostenendosi con i piedi sulla parete di fronte.
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Ovviamente, vi sono situazioni nelle quali la disarrampicata non è assolutamente indicata; ciò dipende dalla portata d’acqua, dalla scivolosità delle rocce, dall’abilità individuale delle persone.
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In questi casi, sarebbe controproducente insistere perché tutta la squadra scenda disarrampicando. Può essere senz’altro più veloce, e sicuro, allestire una sosta e far calare le persone meno sicure, piuttosto che perdere tempo a cercare di convincere se stessi e gli altri, nonostante qualcuno non se la senta proprio di scendere autonomamente.

Versione attuale delle 10:01, 14 gen 2013

[modifica] Tecnica di esecuzione

Le tecniche di disarrampicata si rivelano essenziali in tutte quelle situazioni in cui non vi sono grandi dislivelli da affrontare, ma la conformazione dell’ambiente rende superfluo l’uso di corde. Basti pensare, ad esempio, ad un grande caos di massi da superare. È quindi giocoforza indispensabile che il torrentista abbia un minimo di agilità. Le tecniche da utilizzare, per quanto possa sembrare banale, sono le stesse dell’arrampicata, ma in discesa.

Se nelle disarrampicate brevi e poco pendenti si può tranquillamente scendere con la schiena addossata alla parete, la maggior parte delle situazioni richiedono l’uso di tecniche più raffinate. Di norma, quindi, si scenderà, come nell’arrampicata, con il viso di fronte alla roccia, ma cercando di guardare a valle per individuare gli appigli. Va innanzittutto ricordato che sono i piedi quelli che devono sostenere il peso del corpo, e non le mani che sorreggono tutto il carico. Generalmente le mani hanno lo scopo di mantenere l’equilibrio. Tuttavia, la difficoltà sarà data dalla sequenza da compiere, che vedrà le mani abbassarsi prima di muovere i piedi, con la necessità di mantenere il giusto equilibrio sulla verticale degli appoggi.

Un’altra regola, come nell’arrampicata, è quella di muovere un solo arto alla volta, mantenendo sempre tre punti di contatto con la roccia.

Molti passaggi possono essere affrontati in contrapposizione, sfruttando la vicinanza delle pareti, appoggiando la schiena sulla roccia e sostenendosi con i piedi sulla parete di fronte.

Ovviamente, vi sono situazioni nelle quali la disarrampicata non è assolutamente indicata; ciò dipende dalla portata d’acqua, dalla scivolosità delle rocce, dall’abilità individuale delle persone. In questi casi, sarebbe controproducente insistere perché tutta la squadra scenda disarrampicando. Può essere senz’altro più veloce, e sicuro, allestire una sosta e far calare le persone meno sicure, piuttosto che perdere tempo a cercare di convincere se stessi e gli altri, nonostante qualcuno non se la senta proprio di scendere autonomamente.

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