Calata a grappolo

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Indice

Premessa

La calata a grappolo nasce nell’ambiente del soccorso alpino, in zona soprattutto dolomitica, per calare velocemente su grandi verticali un gruppo di soccorritori (di norma sino a quattro persone), accelerando così notevolmente l’intervento.

Contrariamente a quanto si è portati a pensare, la velocità nella progressione è maggiore calando le persone, piuttosto che farle scendere in autonomia singolarmente. Molti sono infatti convinti di essere più che rapidi nel calarsi da soli. Ma basterebbe cronometrare quanto tempo impiega una squadra di persone a scendere, soprattutto su una verticale relativamente alta, per rendersi conto di come si possa perdere anche un’ora sino al termine dell’operazione. Si pensi, come esempio, alla forza esercitata dal solo peso della corda bagnata nel discensore, messa magari in doppia, e a quale sforzo costringe chi sta scendendo; e soprattutto, al tempo che si impiega.

La calata a grappolo consente invece una grande velocità nell’esecuzione, a condizione che chi opera sull’armo sia molto pratico e ben addestrato.

Il contesto ideale per applicare questa tecnica si ha quando vi è la necessità di aumentare la velocità nella progressione del gruppo, ad esempio a causa dell’arrivo di una perturbazione o del sopraggiungere dell’oscurità.

Vi sono poi alcuni requisiti tipici della verticale da scendere che vanno tenuti in debita considerazione:

  • Una prima persona deve sempre e comunque scendere autonomamente per accertare dal basso la possibilità nell’esecuzione della manovra
  • La verticale deve essere relativamente alta
  • La calata deve essere al di fuori del getto d’acqua
  • La zona di arrivo alla base della calata deve essere fuori dall’acqua o comunque in pozze basse e non problematiche
  • Ci deve sempre essere un contatto visivo tra chi assicura dall’alto e il compagno a valle

Se la calata è nel vuoto, risulta essere ancora più veloce, non essendovi la necessità da parte di chi scende di prestare attenzione alle asperità della roccia o ad eventuali fessure, nelle quali ci si potrebbe incastrare con i piedi. La stessa tecnica a grappolo può anche essere usata se vi fosse la necessità di calare un compagno di squadra esausto o non più in grado di procedere autonomamente.


Obiettivo

Calare un gruppo di persone da una verticale alta per velocizzare la progressione.


Materiale utilizzato

  • Una corda di calata
  • Un moschettone tipo K (da ferrata) con sistema di sicurezza a doppia leva, tipo Kong Tango, Salewa Attac o Camp New Hercules
  • Un rinvio da arrampicata, con i relativi due moschettoni a ghiera
  • Un discensore a otto
  • Un secondo moschettone HMS con ghiera per il rinvio


Tecnica d’esecuzione

  • Come prima cosa, raggiungere l’ancoraggio; se per fare questo è necessario allestire un mancorrente, si deve utilizzare una corda diversa da quella di calata
  • Dopo essersi autoassicurati con le longe, vincolare il kit-boule più in basso rispetto all’ancoraggio, in modo che non possa intralciare la manovra e che la corda fuoriesca agevolmente dal sacco
  • Predisporre una corda di calata per far scendere il primo, usando un metodo sbloccabile
  • Quindi, il primo scende, da solo e senza essere calato, per verificare la possibilità di esecuzione della tecnica di calata a grappolo
  • Accertato ciò, il primo che è sceso segnala all’attrezzista, usando il fischietto, la fattibilità della manovra
  • A questo punto, recuperare tutta la corda di calata usata e sistemarla nel kit-boule
  • Agganciare quindi all’anello dell’ancoraggio un rinvio da arrampicata con due moschettoni con ghiera, per allungare la posizione del freno
  • Mettere sul moschettone inferiore del rinvio un discensore a otto, montato in verticale
  • Su un altro punto dell’ancoraggio, posto più in alto possibile, agganciare un moschettone con ghiera da usare come rinvio
  • Sul capo della corda di calata, fissare un moschettone tipo K con sistema di sicurezza a doppia leva (es., Kong Tango o Salewa Attac), collegandolo con un nodo bulino seminfilato
  • (A) Montare la corda sul discensore, usando il metodo veloce, e ripassarla nel moschettone di rinvio, chiudendo la ghiera. Attenzione: la corda non va infilata nell’anello dell’ancoraggio!
  • Completare l’allestimento, bloccando la corda con un’asola e una controasola di sicurezza
  • Far avvicinare i compagni da calare all’ancoraggio, verificando che siano assicurati con le rispettive longe
  • Assicurare al moschettone tipo K della corda di calata i primi due che scenderanno; per fare ciò, agganciare le relative longe, verificando che le ghiere dei moschettoni siano chiuse; il più esperto starà superiormente, agganciato con la longe corta, mentre l’altro userà la longe lunga
  • Verificata la corretta disposizione dei moschettoni, far sganciare le rispettive longe dei due che saranno calati per metterli in tensione sulla corda di calata
  • Sbloccare la controasola di sicurezza e l’asola, e iniziare a calare lentamente, accompagnando la corda con le mani
  • Arrivati alla base della calata, i due che sono scesi sganciano il moschettone dalle loro longe, lasciandolo attaccato alla corda, e, dopo essersi spostati, comunicano il segnale di li-be-ra
  • (B) Ricevuto il segnale, togliere la corda dal freno – lasciandola scorrere nel solo moschettone di rinvio – e recuperarla
  • Ripetere i punti da (A) a (B), sino ad avere calato tutta la squadra
  • Completate le operazioni di calata, l’ultimo recupera tutto il materiale e scende usando una delle tecniche abituali


Osservazioni

  • L’uso di questa tecnica trova piena applicazione su calata alte; non avrebbe infatti senso eseguirla per calate brevi, dove la velocità di discesa in autonomia è indubbiamente più elevata
  • In presenza di ancoraggi, nei quali non vi sia la possibilità di usare punti diversi per agganciare i moschettoni, può essere utile avere con sé un piccolo moltiplicatore di ancoraggi.
  • In caso di problemi durante la calata, i segnali saranno dati sia da chi viene calato, ma anche e soprattutto dal primo che vigila da valle
  • Sarebbe ideale assicurare le persone sulla corda di calata distanziandole tra di loro, in modo che, durante la discesa, non si intralcino a vicenda; ad esempio, usando per uno la longe lunga e per l’altro quella corta, a condizione che si usino sempre moschettoni con ghiera. Di norma, il più esperto si posiziona con la longe corta, in modo da trovarsi in una posizione superiore, che gli consenta di manovrare sul moschettone quando arriva alla base della calata.
  • Si sarà notato che viene indicato come freno un discensore a otto con un moschettone di rinvio; esistono indubbiamente altre possibilità, ma in questa maniera si può utilizzare il normale materiale di equipaggiamento, senza dover portare al seguito ulteriori discensori. Inoltre, la tecnica usata è similare a quella impiegata per allestire una calata svincolabile con corda doppia (scheda), fattore che serve a semplificare e razionalizzare le tecniche utilizzabili.


Pericoli nella realizzazione o utilizzo, possibili errori di esecuzione

  • Per aumentare la sicurezza di chi viene calato, chi esegue l’operazione può farsi aiutare da un secondo compagno posto alle sue spalle, assicurato con le longe, incaricato di sfilare la corda di calata fuori dal sacco accompagnandola con le mani, pronto a bloccarla in caso di bisogno
  • Durante la calata, l’assicuratore deve tenere sempre la corda con le sue mani, senza farla scorrere, ma accompagnandola alternando prima una mano e poi l’altra; questo metodo serve ad evitare che, in seguito ad una sollecitazione, il carico sulla corda la tiri velocemente verso il basso, causando un’ustione sul palmo delle mani; dal dolore, l’assicuratore sarebbe portato istintivamente a mollare la presa, con le conseguenze immaginabili
  • Si raccomanda di vincolare alla corda le persone da calare usando solamente un moschettone tipo K con sicurezza a doppia leva di chiusura: questo è il connettore più indicato in termini di sicurezza, visto che la sua conformazione ne garantisce la chiusura e che, una volta giunti a valle, è velocemente apribile senza alcuna difficoltà.
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